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Prima la fiducia alla Camera, poi al Senato. Il Governo Meloni, senza troppe sorprese, ha raggiunto questo obiettivo con un confronto aperto, come nella norma, tra i leader politici all’interno delle due camere. La fiducia alla Camera, ottenuta con 235 sì e 154 no e con 5 astenuti, ottenuta con un discorso di fondo fatto dal Premier in merito a tre principali temi: ridurre la pressione, combattere l’evasione, introdurre la tassa piatta.

“Il Governo ottiene la fiducia alla Camera. Ringrazio tutte le forze politiche per aver ascoltato le linee programmatiche che l’Esecutivo intende attuare per risollevare l’Italia. Domani sarò in Senato per un altro importante tassello. La rotta è tracciata: andiamo avanti“. Così aveva commentato Giorgia Meloni tramite il proprio profilo Twitter.

115 i favorevoli, 79 i contrari e 5 gli astenuti. I presenti erano 200, i votanti 199. Questi, invece, i dati legati alla fiducia in Senato. Anche qui poche sorprese, ma legate maggiormente a quanto si sono detti i leader. Dal ritorno al discorso dopo nove anni in senato per Silvio Berlusconi fino allo smacco tentato da Matteo Renzi contro il PD. “L’uguaglianza va garantita per tutti. Anche nelle scuole, indipendentemente dalle loro condizioni a casa, tutti devono essere sulla stessa linea di partenza. E’ l’arrivo che deve essere diverso”. Così parla (e risponde) la Meloni circa il discorso legato al merito.


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