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Questa mattina, indicativamente dalle 8:30 circa, poi è dipeso dai singoli casi, WhatsApp ha cessato di funzionare. Un problema che di tanto in tanto si ripresenta davanti nei cellulari delle persone di tutto il mondo. La scaletta, già scritta, è sempre quella: si accende la piattaforma, non carica, così spengiamo prima il Wi-Fi e poi il cellulare. Poi, vedendo che le cose non vanno ci si trasferisce su Twitter dove si legge che in tendenza c’è l’hashtag “#Whatsappdown“, e allora si capisce cosa è successo. Meme, tesi, ipotesi e riflessioni sulla vita sono contenuti che impazzano durante il down della piattaforma più famosa e importante di Internet.  

Il successo continuo di WhatsApp

Eppure esiste Telegram, una piattaforma di messaggistica con molte più funzioni di Whatsapp e con, sicuramente, meno down. Ma perché la maggior parte degli utenti preferisce quest’ultima? Sin dalle origini della piattaforma di messaggistica verde il consenso fu enorme in quanto andava a sostituire, gratuitamente e senza alcuna differenza, un sistema chiamato SMS ed MMS che erano, ovviamente, a pagamento. La storia insegna, tuttavia, che le persone sono sempre state conservatrici quando si è parlato di evoluzioni digitali, per cui che WhatsApp continuasse ad avere il successo che ha anche in confronto a Telegram, che si mostra proprio come l’applicazione che stiamo descrivendo, ma con delle migliorie importanti e delle funzioni che WhatsApp tuttora ancora non ha.

La tragica disfunzione della piattaforma

In un’epoca come questa in cui la principale via per comunicare con le persone è proprio WhatsApp, la principale conseguenza di una disfunzione totale dell’applicazione è il sentirsi isolati dal mondo e dalle relazioni. Viviamo infatti in un mondo in cui l’Io digitale arriva sempre prima dell’Io. Essere al centro del mondo digitale è diventato orami fondamentale, per cui il fatto che cessi, seppur per un’ora, un’applicazione come WhatsApp porta molte persone a sentirsi smarriti, fuori dal mondo. Un fatto curioso e che fa riflettere su come il digitale possa aver cambiato il mondo in cui viviamo, ben diverso dall’epoca in cui persino un concetto come un cellulare era distante.


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