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Il processo alla mafia dei Nebrodi si è concluso con la condanna complessivamente a sei secoli di carcere. Pene durissime, dopo sette giorni di camera di consiglio, per un dibattimento con 101 imputati, celebrato in tempi record e che ha visto impegnati quattro pm della Dda di Messina: l’aggiunto Vito Di Giorgio, i magistrati Fabrizio Monaco, Antonio Carchietti e Alessandro Lo Gerfo. Il processo, svoltosi al tribunale di Patti (Messina), nasce dall’operazione denominata “Nebrodi” che, oltre a ricostruire l’organigramma dei clan messinesi, ha scoperto una truffa milionaria, commessa dalle cosche, ai danni dell’Ue.

Gli imputati erano accusati a vario titolo di associazione mafiosa, truffa all’Unione europea, falso, estorsione, trasferimento fraudolento di valori. A istruire l’atto di accusa alle “famiglie” mafiose dei Nebrodi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo è stata la Dda di Messina, che in venti mesi ha ricostruito davanti al tribunale di Patti gli organigrammi dei clan svelando complicità di prestanomi e insospettabili professionisti. La “mafia dei pascoli” non c’è più, hanno sostenuto i pm. Al suo posto c’è un’organizzazione imprenditoriale al passo con i tempi e capace di sfruttare le potenzialità offerte dall’Unione europea all’agricoltura.


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